LE RIAD Q - "Guide To Puglia Vol.3"

Vogue Living dice di noi: "In questa casa di famiglia da sogno in Puglia, la proprietaria Francesca Tota ha collaborato con lo studio di architettura e design Acqua di Puglia per creare un ambiente interno ricco di influenze marocchine e caratteristiche pugliesi uniche".

Come la maggior parte dei luoghi in Italia, la Puglia non è certo un segreto. Con la sua costa rocciosa e soleggiata, le sue pittoresche cittadine di mare e gli ettari di uliveti, è una pittoresca attrazione per i visitatori e gli stranieri. E come molte regioni italiane, vanta un'estetica molto distinta e singolare. Caratterizzata da vaste distese di terreni agricoli e dalle affascinanti masserie che li accompagnano, in Puglia si possono trovare diversi stili architettonici, tutti deliziosi e pieni di fascino rustico, ma forse non così facili da ristrutturare. A meno che non siate armati dei servizi dell'architetto Massimo Brambilla, della boutique pugliese Acqua di Puglia.

Nata dalla passione e dalla conoscenza intrinseca della regione del Sud Italia, Acqua di Puglia è stata fondata da Massimo e Silvia Brambilla, padre e figlia, con l'obiettivo di ristrutturare, preservare e conservare lo stile architettonico unico della Puglia. Un lavoro così specialistico significa che il più anziano dei Brambilla tende a lavorare a stretto contatto con i suoi clienti, a dedurre le loro esigenze e ad anticipare la migliore linea d'azione. In qualità di responsabile delle pubbliche relazioni e del marchio di Acqua di Puglia, Silvia è altrettanto impegnata a preservare e celebrare il patrimonio edilizio della regione Puglia. Molti dei progetti di ristrutturazione vengono trasformati in case vacanza, anche se alcuni sono residenze private. Ogni lavoro è unico, naturalmente, e il suo successo è dovuto tanto alla specificità di ogni sito quanto all'esperienza del duo Brambilla.

Nel caso di Le Riad Q, la proprietaria e designer Francesca Tota ha coinvolto Acqua di Puglia per creare la casa dei suoi sogni ad Andria, in Puglia. "È stato amore a prima vista", racconta Silvia Brambilla della prima impressione che i suoi clienti hanno avuto della proprietà, che si trova nella parte antica della città, "lungo una strada che si affaccia sulla piazza con una bella chiesa romanica al centro". Francesca è stata particolarmente attratta dagli spazi esterni e dal cortile e ha acquistato la casa su tre livelli, che ora condivide con il marito Stefano Giurano, proprietario della boutique di moda di lusso a conduzione familiare Quaranta.eu, e con il figlio Giulio.Con una superficie di 250 metri quadrati, la casa è composta da un piano terra e un cortile, un secondo piano per la camera da letto principale e un piano superiore con altre camere da letto.

"La casa si trova proprio nel centro storico di Andria, che ricorda le Kasbah, gli antichi castelli delle famiglie marocchine in Marocco all'interno delle oasi: è una città nella città, un mondo a sé stante" dice Brambilla. "Pur essendo una città e non un piccolo borgo, Andria ha la fortuna di avere un piccolo centro storico molto frequentato, fatto di piccole strade strette che si intersecano e sbucano in grandi e magnifiche piazze antiche. È una città un po' irregolare, costruita con case molto diverse tra loro". In effetti, Le Riad Q è stato chiamato così per la sua somiglianza con un riad marocchino, in particolare per il modo in cui la musica nelle strade e i suoni delle persone ricordavano molto una medina.

Francesca Tota ha una passione di lunga data per gli interni arabi e l'ha trasmessa alla creazione del progetto. Molti arredi e materiali, come le piastrelle, sono stati acquistati direttamente a Fez. Per Francesca, il Marocco rappresenta il luogo in cui ha "trovato la sua essenza", dice Brambilla. Tota è attratta dall'impressionante artigianato che si trova in Marocco, dove le cose sono fatte a mano e imprecise "fatte bene, ma con l'imperfezione che le rende perfette". Questo ethos si ritrova nel design di Le Riad Q.

Costruita per la prima volta nel 1800, l'abitazione originale era in stile tipicamente pugliese "vestita di intonaco e carta da parati" dai precedenti proprietari, spiega Brambilla. "L'obiettivo era quello di riportare in vista i cosiddetti 'igloo' (pust in dialetto pugliese), sorta di salvadanai in terracotta che un tempo venivano collocati nei sottotetti per alleggerire le volte. È così che si è proceduto alla spogliazione del soffitto, rimuovendo tutto per scoprire cosa c'era sotto e scoprendo così lo splendido tufo". Il tufo, una roccia porosa ricavata dalla cenere vulcanica, è sempre stato l'obiettivo del gioco. "È importante sottolineare che la casa è sempre stata immaginata con tufo a vista e pareti squamose", conferma Brambilla.

Durante la ristrutturazione, l'intonaco è stato rimosso dalle pareti per esporre il tufo originale, e trattato con malta di calce e sabbia locale, secondo lo stile tipico delle case pugliesi. L'effetto affascinante e rustico si sposa bene con l'architettura della casa, che presenta una disposizione distinta, progettata per resistere al clima pugliese. "Le stanze fresche e buie della casa sono disposte intorno a un cortile interno su cui si affaccia la terrazza del soggiorno, coperta da una vegetazione rigogliosa che la rende fresca in estate", spiega Brambilla.

L'arredamento è stato volutamente lasciato scarno e ridotto all'osso. "L'idea era quella di una casa mediterranea con influenze marocchine, con mobili ridotti all'osso: sedie e tavoli sono presenti, così come i comodini, ma il resto è stato immaginato nel look mediterraneo rappresentato dalle panche in cemento". Sebbene la casa non sia pesantemente arredata, la maggior parte dei pezzi sono fatti a mano da artigiani locali in legno riciclato, e deliberatamente progettati per avere un aspetto un po' irregolare.

Il resto dell'arredamento è prettamente nordafricano: "persino tutti i piatti vintage della cucina provengono da viaggi passati in Tunisia e Marocco, che si mescolano con ceramiche pugliesi e siciliane". Brambilla descrive il design complessivo come "unico e non una casa classica". La tavolozza dei colori riflette i tipi di materiali utilizzati durante la ristrutturazione: calce, tufo e microcemento. "Si va dal bianco crema a varie tonalità di beige per riflettere i colori della terra e del tufo", dice Brambilla. L'architetto sottolinea inoltre che il colore beige del tufo di Andria è unico nella zona e si differenzia dal tufo di Lecce, una città pugliese più meridionale, che è giallo.